Gruppo di GRASSOBBIO

Yuri, il primo a sinistra, con Carmen Pugliese e altri volontari Admo

Yuri, Carmen Pugliese e altri volontari Admo

“C’era uno stand dell’associazione in piazza Leonardo da Vinci, e ci sono passato davanti con i miei compagni di corso. Non ne sapevamo nulla, ci siamo incuriositi e abbiamo ascoltato volentieri le spiegazioni dei volontari”. Alla fine, la maggior parte dei giovani del gruppo ha scelto di sottoporsi al test di tipizzazione necessario per iscriversi al registro dei donatori». “Ho intuito subito che si trattava di una decisione importante, e questo al momento mi ha creato un po’ d’ansia. Volevo riflettere in modo responsabile, con la consapevolezza di fare una scelta da portare fino in fondo. Ci ho rimuginato sopra per un paio d’ore, intanto sono tornato a lezione. Poi mi sono ripresentato allo stand e mi sono iscritto”. Cliccare sull’immagine per leggere l’articolo pubblicato da L’Eco di Bergamo.

FacebookTwitterGoogle+LinkedInAOL MailBlogger PostGoogle GmailYahoo MailCondividi
Anna Locatelli e Claudio Brembilla

Anna Locatelli e Claudio Brembilla

Sotto il Monte. Il grande atto d’amore di Anna Locatelli verso Claudio Brembilla. La sindrome di Berger, la dialisi già a 27 anni e, in precedenza, due trapianti da cadavere. “Il trapianto da vivente come ci hanno spiegato i medici – aggiunge – è la nuova frontiera”. I pazienti in lista di attesa per trapianto di rene In Italia, erano lo scorso anno 5.986, con tempi medi di attesa per l’intervento di 3,2 anni. Nel 2021 sono morte aspettando un organo 210 persone (il 2,4%) mentre altre 296 sono uscite dall’elenco della speranza per inidoneità clinica. Sempre lo scorso anno sono stati effettuati in Italia 1701 trapianti dei quali solo 192 da donatore vivente. Tutto questo dipende dalla carenza di donatori deceduti e quindi di organi da donatore cadavere. “Sono proprio queste cifre – chiosa Anna – a dover far riflettere. La cultura del dono e della donazione è qualcosa di straordinario e credo che si debba sempre più pensare a questa opportunità. Non è facile, ma questa un giorno diventerà la strada maestra”.
Cliccare sull’immagine per leggere l’articolo pubblicato da L’Eco di Bergamo. 

Ospedale Molinette Torino

Ospedale Molinette Torino

Il fegato del donatore viene collegato direttamente al cuore di chi riceve l’organo. Così, con un trapianto assolutamente innovativo, una bimba di 5 anni è stata salvata all’ospedale Molinette della Città della Salute .
E’ una piccola di origine cinese che si trovava in Cina a giugno del 2021 quando le è stata diagnostica una malattia molto rara e gravissima, una patologia tumorale al fegato, l’epatoblastoma, tipica dell’età pediatrica. Allora la famiglia si trovava in Cina per il capodanno cinese ed era stata trattenuta dalle misure anti-Covid.
Cliccare sull’immagine a fianco per leggere l’articolo pubblicato da Prima Chivasso.

Commemorazione al  Papa Giovanni XXIII

Commemorazione al Papa Giovanni XXIII

A donare l’organo il 22 novembre 1972, fu Tiziano Sordelli di Brembate Sotto, un giovane di 18 anni investito da un furgone.
«Non voglio ricordare il 22 novembre – ha detto  Luigi Rocca – come il giorno nel quale Tiziano perse la vita, ma quello in cui i nostri Mario e Regina – padre e madre di Tiziano – hanno regalato a un uomo e una donna, l’opportunità di vivere, custodendo dentro di loro una parte di Tiziano».
Per accedere all’articolo di L’Eco di Bergamo cliccare sulla foto a fianco.

Asst Papa Giovanni XXIII

Asst Papa Giovanni XXIII

Il 22 novembre 1972 agli allora Ospedali Riuniti di Bergamo venne effettuato il primo prelievo di rene da donatore cadavere.
La commemorazione del nobile gesto si terrà all’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo nel pomeriggio di sabato 26 novembre 2022 alle 16. L’intento dell’Aido provinciale di Bergamo non è di focalizzarsi solo sul passato, ma partendo proprio dal ricordo, intende adoperarsi per educare la comunità e soprattutto le nuove generazioni, alla consapevolezza della solidarietà, al valore del dono, alla cultura della corresponsabilità.
Cliccare sull’immagine a fianco per leggere l’articolo pubblicato su L’Eco di Bergamo.