Le regole di allora prevedevano che si potesse inviare un messaggio anonimo al donatore, e Angela ha ricevuto una bella lettera, scritta pochi giorni dopo il trapianto: «Era un messaggio commovente, in cui mi raccontava che era una giovane donna, sposata da poco, con tanta voglia di vivere, e che negli ultimi tre anni la malattia l’aveva messa duramente alla prova, togliendole la speranza. Il trapianto ha segnato un nuovo inizio per lei»
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Una chance di vita divenuta realtà grazie a un lavoro di squadra che tutto l’ospedale Papa Giovanni ha saputo mettere in piedi. «Qui abbiamo fatto una cosa grande, che gratifica di tanto impegno e sacrifici il nostro personale e mostra nella sua forma più bella la dedizione ai pazienti del nostro Servizio sanitario », ha rimarcato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII. «Vedere un bambino tornare a respirare autonomamente dopo un trapianto e vederlo uscire dall’ospedale è ciò che rende il nostro lavoro unico – ha sottolineato con commozione il direttore sanitario Fabio Pezzoli –.
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Le parole pronunciate da Papa Francesco durante il tradizionale Angelus domenicale, per accogliere gli oltre 500 iscritti all’Aido arrivati da tutta Italia per festeggiare il 50° della fondazione, sono il riconoscimento migliore che gli iscritti si potessero aspettare per la speciale ricorrenza. Due brevi frasi di un grande significato per tuti gli iscritti, il saluto accogliente, il ringraziamento e l’esortazione a continuare sulla strada intrapresa. Il Papa che ci ringrazia, il Papa che ci dice continuate così figlioli, non riusciamo ad immaginare soddisfazione maggiore. E’ una Santa pacca sulla spalla, enorme incentivo a continuare a dare il nostro umile contributo. Cliccando sull’immagine si accede all’articolo che l’Eco di Bergamo ha dedicato all’evento.
Papà dona una parte di polmone al figlio di 5 anni.
All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo il primo trapianto di polmone da vivente in Italia.
Pochissimi i precedenti in Europa: il piccolo affetto fin dalla nascita da una rara malattia.
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Un ultrasessantenne deceduto in seguito a gravi lesioni cerebrali ha permesso di salvare cinque persone che hanno ricevuto i suoi organi.
Espianto multiplo all’ospedale di Crema, le equipe intervenute provenienti da Padova e dal Policlinico di Milano hanno potuto procedere al prelievo di cuore, fegato, reni e tessuti corneali.
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Mornico al Serio. Lisa Simonetti, 24 anni, è stata protagonista di un atto d’amore – nei confronti di sua madre Elena – che definisce “Un gesto che tutti possono fare, una grande opportunità”.
Lisa si è sottoposta a un prelievo di cellule staminali emopoietiche agli Ospedali Civili di Brescia, consentendo alla madre di rigenerare il proprio midollo ammalato. Racconta Lisa: “Donare la vita a chi la vita mi ha donato è stata una grande opportunità. È un gesto d’amore che tutti possono fare, la procedura è sicura e sprono i più giovani a tipizzarsi, potreste essere l’unica possibilità per un malato che aspetta il traguardo.”. Cliccare sull’immagine a fianco per leggere l’articolo di l’Eco di Bergamo.