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Giovanni Capitanio

Giovanni Capitanio

Giovanni, generosità senza fine…Cintura nera di judo, animatore in oratorio, viaggiatore. Giovanni Capitanio, 52 anni, di Costa Volpino, è stato tutto questo, e molto di più: per ultimo, donatore di organi. E che avesse la sindrome di Down rende ancora più straordinaria la sua vita, terminata una settimana fa in ospedale a Esine dove, grazie a un fisico da ragazzino, ha potuto donare tutti i propri organi: cuore, polmoni, fegato, reni, cornee, perfino qualche pezzo di ossa. Per dire che la generosità non ha nulla a che fare con il numero dei cromosomi, ma che la bontà e l’altruismo si sviluppano grazie alla famiglia in cui una persona cresce, alla comunità che la accoglie, ai tanti amici che le vogliono bene.  Click sull’immagine per leggere l’articolo di  Giuseppe Arrighetti, pubblicato su l’Eco di Bergamo.

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Il Fondatore Giorgio Brumat

Il Fondatore Giorgio Brumat

Con quasi 80mila iscritti (79.365) e 134 gruppi, Bergamo è capitale italiana dell’Aido, l’associazione che quest’anno compie mezzo secolo e che proprio nella nostra città, quartiere Monterosso, venne fondata il 26 febbraio 1973, dall’udinese Giorgio Brumat, scomparso nel 2001… E la Lombardia eccelle: è la regione con più donatori e più strutture, gruppi e sezioni, 400 delle mille distribuite in tutta Italia…
Per leggere l’articolo scritto da Giovanni Ghisalberti per L’Eco di Bergamo cliccare sull’immagine a fianco.

Michele Colledan, il chirurgo dei trapianti

Michele Colledan, il chirurgo dei trapianti

«Da 26 anni sono chirurgo all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – si racconta a “L’Eco di Bergamo Incontra” -: sono specializzato in chirurgiaepato-blio-pancreatica, ma la mia peculiarità sono i trapianti d’organo, su persone di tutte le fasce di età . Nella mia carriera ho effettuato almeno un migliaio di trapianti di vari organi, tranne il cuore.
Le storie dei miei pazienti sono impresse nella mia memoria e ricordo in particolare quelle che in qualche modo hanno incrociato anche il mio vissuto personale».
L’INTERVISTA.
Si racconta alla soglia della pensione, il medico che ha effettuato un migliaio di trapianti all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo.

Per ascoltare l’intervista cliccare sull’immagine a fianco
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Omar Oberti di 33 anni

Omar Oberti 33 anni di Casnigo

«Non sono una persona di molte parole. Poi però mi sono reso conto di quanto fosse importante diffondere la conoscenza della donazione di midollo, perciò ho iniziato ad affrontare l’argomento almeno con i parenti e gli amici. Finora nessuno di loro si è ancora iscritto all’Admo, ma non ho perso le speranze. Qualcuno forse è ancora intimorito dal sistema tradizionale di prelievo con l’ago direttamente dal midollo, un piccolo intervento chirurgico, che richiede l’anestesia e una breve permanenza in ospedale. Ma nella maggior parte dei casi ormai le donazioni avvengono per aferesi come è stato per me, in un modo non invasivo, che non richiede altro che l’impiego di mezza giornata».
Queste le parole raccolte da Sabrina Penteriani nell’articolo di L’Eco di Bergamo – dedicato all’esperienza di donazione di Omar Oberti – a cui potete accedere cliccando sull’immagine a fianco.

2mila trapianti di fegato

2mila trapianti di fegato

«Ci tenevo a eseguire personalmente questo intervento, per chiudere un cerchio e aprirne un altro». Michele Colledan, direttore del Dipartimento insufficienza d’organo e trapianti, parla del trapianto di fegato numero 2mila eseguito all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Sabato mattina, con un’operazione durata sette ore e mezzo, una donna di 55 anni ha ricevuto l’organo da un donatore deceduto in Grecia. «È un risultato collettivo, merito non solo mio ma di tutta una squadra, a partire da Bruno Gridelli che avviò questo programma nel 1997»,ci tiene a precisare Colledan. È però, senza dubbio, anche il coronamento della sua carriera professionale, che giunge ora a una tappa decisiva.
Per leggere l’articolo pubblicato da L’Eco di Bergamo a cura di Benedetta Ravizza cliccare sull’immagine a fianco.