Adriano Sirtoli

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Ministri Pinotti e Lorenzin

“Il protocollo firmato oggi con le Forze Armate è molto importante, perché ogni uomo e donna in divisa è opinion leader nella propria comunità, e testimone di un impegno civico e sociale importante. Quello della donazione di organi è per il Ministero della Salute una priorità. Questa è una occasione importante perché ogni anno possiamo tenere alta la campagna di sensibilizzazione sul tema”.

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JetVentilation_11_2015

JetVentilation_11_2015

E’ STATO definito una rivoluzione in campo anestesiologico rianimatorio. Per la prima volta in Italia, all’ospedale Molinette di Torino, e’ stato effettuato un intervento in broncoscopia rigida su un paziente sottoposto a trapianto polmonare, utilizzando la “Jet ventilation”, un metodo innovativo.  

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Per vincere la battaglia del trapianto di midollo osseo e sconfiggere il tumore pediatrico, il miglior alleato è dentro di noi, in particolare nei batteri che costituiscono la flora intestinale e che svolgono un ruolo importante per stimolare o inibire le reazioni del nostro sistema immunitario. Riuscire ad attivarli nel modo più efficace è l’obiettivo del progetto avviato da un’equipe di giovani ricercatori guidati da Riccardo Masetti dell’Oncologia ed Ematologia del Sant’Orsola, diretta dal professor Andrea Pession.

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Per la prima volta in Italia è stato effettuato un trapianto di fegato da donatore a cuore fermo: l’intervento è avvenuto il 3 settembre all’ospedale Niguarda di Milano, dove l’organo è stato prelevato da una persona in arresto cardiaco ed è stata utilizzata la circolazione extracorporea Ecmo, meglio conosciuta come “macchina cuore-polmoni”, che mantiene la temperatura corporea del donatore e garantisce l’ossigenazione degli organi.
Il trapianto di fegato da donatore a cuore fermo non era mai stato effettuato prima in Italia a causa dei 20 minuti che devono passare dall’ultimo battito alla dichiarazione del decesso. In questa fase, però, «il fegato rischia di compromettersi e di non essere più utilizzabile, quindi finora sono stati trapiantati solo gli organi di pazienti deceduti per morte celebrale e con cuore ancora battente», ha spiegato Luciano De Carlis, direttore dell’équipe di Chirurgia generale e dei trapianti di Niguarda.
Si aprono allora scenari importanti, perché potrebbe aumentare del 10% il numero di organi utilizzabili. Negli Stati Uniti, dove bastano 5 minuti per dichiarare il decesso dopo l’ultimo battito, si parla di un incremento del 20-25% degli organi disponibili. Clicca sulle immagini per maggiori dettagli.

Trapianto da   donatore a cuore fermo1

Le fasi dell’intervento

A Milano trapianto di fegatoda donatore a cuore fermo - Corriere

Trapianto a cuore fermo