Adriano Sirtoli
A donare l’organo il 22 novembre 1972, fu Tiziano Sordelli di Brembate Sotto, un giovane di 18 anni investito da un furgone.
«Non voglio ricordare il 22 novembre – ha detto Luigi Rocca – come il giorno nel quale Tiziano perse la vita, ma quello in cui i nostri Mario e Regina – padre e madre di Tiziano – hanno regalato a un uomo e una donna, l’opportunità di vivere, custodendo dentro di loro una parte di Tiziano».
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Il 22 novembre 1972 agli allora Ospedali Riuniti di Bergamo venne effettuato il primo prelievo di rene da donatore cadavere.
La commemorazione del nobile gesto si terrà all’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo nel pomeriggio di sabato 26 novembre 2022 alle 16. L’intento dell’Aido provinciale di Bergamo non è di focalizzarsi solo sul passato, ma partendo proprio dal ricordo, intende adoperarsi per educare la comunità e soprattutto le nuove generazioni, alla consapevolezza della solidarietà, al valore del dono, alla cultura della corresponsabilità.
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Luigi Gentili nell’articolo di L’Eco di Bergamo racconta di aver superato due volte la leucemia e sottolinea l’importanza del dono di midollo osseo per salvare altre vite.
Di seguito un estratto dell’articolo, che può essere letto cliccando sull’immagine a fianco.
“…il 13 marzo del 2019 è arrivato il momento del trapianto: «Non so chi sia la persona che mi ha salvato, so che è una giovane donna, ma non ho idea della sua nazionalità o professione.
Se potessi in qualche modo raggiungerla, vorrei ringraziarla, perché mi ha salvato la vita.
Il trapianto è durato tre ore, si è svolto in modo molto semplice, e ho passato quei momenti con un forte senso di gratitudine. Qualcuno è ancora convinto che la donazione del midollo comporti pratiche invasive, ma non è così. Si svolge in modo praticamente analogo a una donazione di sangue, e può salvare una vita, come è successo a me». Per questo, osserva Luigi, è così importante l’azione di associazioni come l’Admo…”
A fianco il link per visitare il sito dell’ADMO https://www.admolombardia.org/provincia/bergamo/
Per la prima volta al mondo è stato donato a scopo di trapianto un organo da una persona ultracentenaria. Il prelievo, che non ha precedenti documentati in letteratura scientifica, è stato effettuato all’Ospedale San Giovanni di Dio di Firenze la scorsa settimana su una donna deceduta a 100 anni, 10 mesi e 1 giorno: il suo fegato , con il via libera dei coordinamenti operativi del Centro regionale trapianti della Toscana e del Centro nazionale trapianti, è stato giudicato idoneo e trapiantato con successo in una persona in lista d’attesa presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa.
Per leggere il comunicato pubblicato dal Centro Nazionale Trapianti del Ministero della Salute, cliccare sull’immagine.
“L’età media dei donatori sta salendo per via dell’aumento dell’aspettativa di vita ma soprattutto grazie a una sempre maggiore capacità della rete trapiantologica di utilizzare con successo organi anziani, mantenendo standard qualitativi e di sicurezza molto elevati anche in questo tipo di trapianti”, commenta il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo. “In particolare, il fegato può mantenere una funzionalità ottimale anche in età molto avanzata e questo consente prelievi anche da persone ultranovantenni.
Purtroppo spesso le persone più anziane sono erroneamente convinte di non poter donare gli organi per ragioni anagrafiche e per questo, al momento del rinnovo della carta d’identità, si astengono o registrano un’opposizione al prelievo: nel 2021 il tasso di opposizione tra gli ultraottantenni si è attestato al 61,7% contro il 31,1% della popolazione generale. “Il caso di Fabriano – conclude Cardillo – è la testimonianza che tutti possono dare il consenso alla donazione degli organi, a prescindere dalla propria età: è importante informare correttamente le persone più anziane, perché anche il loro sì può consentire di salvare la vita di un paziente in attesa di trapianto“.
Cliccare sul logo del centro nazionale trapianti per leggere l’intero comunicato.