Per la prima volta in Italia è stato effettuato un trapianto di fegato da donatore a cuore fermo: l’intervento è avvenuto il 3 settembre all’ospedale Niguarda di Milano, dove l’organo è stato prelevato da una persona in arresto cardiaco ed è stata utilizzata la circolazione extracorporea Ecmo, meglio conosciuta come “macchina cuore-polmoni”, che mantiene la temperatura corporea del donatore e garantisce l’ossigenazione degli organi.
Il trapianto di fegato da donatore a cuore fermo non era mai stato effettuato prima in Italia a causa dei 20 minuti che devono passare dall’ultimo battito alla dichiarazione del decesso. In questa fase, però, «il fegato rischia di compromettersi e di non essere più utilizzabile, quindi finora sono stati trapiantati solo gli organi di pazienti deceduti per morte celebrale e con cuore ancora battente», ha spiegato Luciano De Carlis, direttore dell’équipe di Chirurgia generale e dei trapianti di Niguarda.
Si aprono allora scenari importanti, perché potrebbe aumentare del 10% il numero di organi utilizzabili. Negli Stati Uniti, dove bastano 5 minuti per dichiarare il decesso dopo l’ultimo battito, si parla di un incremento del 20-25% degli organi disponibili. Clicca sulle immagini per maggiori dettagli.

Trapianto da   donatore a cuore fermo1

Le fasi dell’intervento

A Milano trapianto di fegatoda donatore a cuore fermo - Corriere

Trapianto a cuore fermo

 

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